Sia pure quale inquadramento complessivo, appare fondamentale tenere conto del ruolo che potenzialmente le istituzioni possono svolgere in chiave di rimozione delle barriere al pieno accesso alla cittadinanza delle persone transgender. La pluralità di ruolo che il soggetto pubblico può assumere, impone una analisi differenziata.
- Assumere un ruolo guida nell’introdurre buone pratiche di inclusione verso le persone transgender in ogni ambito della vita pubblica.
- Collaborare costantemente con i soggetti del settore sociale ed economico (sindacati, associazioni LGBT+ o che si occupano di diritti umani, aziende) per superare l’attuale quadro di discriminazioni.
- Organizzare commissioni e/o tavoli tecnici di lavoro per esaminare e analizzare il fenomeno delle discriminazioni, nonché promuovere ricerche per sollevare la cortina di invisibilità sulla condizione delle persone transgender potendo così disporre di dati attuali e verificabili.
- Promuovere e incentivare reti fra associazioni LGBT+ e fra soggetti che si occupano di tutele dei diritti umani, costituendo delle Consulte, in chiave di confronto con le istituzioni pubbliche.
- Aderire alla Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere (rete RE.A.DY) per inserirsi in un network di pubbliche amministrazioni che contrastano le discriminazioni sull’identità di genere e l’orientamento sessuale.
- Implementare servizi di sostegno e supporto, infopoint, numeri verdi, sportelli, sul tema dell’identità di genere e della condizione delle persone transgender.
- Promuovere policy locali per contrastare le discriminazioni verso le persone transgender.
- Organizzare eventi di sensibilizzazione, incontri formativi e attività di commemorazione in occasione della giornata internazionale contro l’omolesbobitransfobia o nel TDor “Transgender Day of Remembrance”, così come offrire uno spazio di riflessione sulla condizione delle donne transgender in occasione della giornata internazionale della donna o della giornata internazionale contro la violenza di genere.
- Valutare la possibilità di includere “clausole arcobaleno” nelle commesse pubbliche, seguendo quanto già in uso rispetto ad esempio agli “appalti verdi”.
- Realizzare azioni di sensibilizzazione verso i fornitori sui temi che riguardano la condizione transgender e in generale la condizione LGBT+.
- Evitare ogni violazione della privacy della persona interessata; per esempio, rivolgersi alla persona con il genere corrispondente all’aspetto e all’identità di genere, senza agire comportamenti “giudicanti” o (anche involontariamente) stigmatizzanti.
- Considerare come non tutta l’utenza rispetti i codici binari, prestando attenzione a offrire beni e/o servizi con modalità in grado di soddisfare i bisogni anche delle persone non binarie.
- Introdurre e/o rafforzare normative di contrasto alle discriminazioni in ragione dell’identità di genere.
- Nella stesura dei documenti di programmazione socio-sanitaria (per es. piani regionali socio-sanitari), attivare canali di comunicazione con l’associazionismo transgender, così da rilevare i bisogni percepiti e inserire specifiche che riguardano l’ambito di riferimento.
- Includere le persone transgender tra i potenziali destinatari di azioni positive e buone pratiche nelle materie di competenza regionale, nonché tra i destinatari di azioni formative finanziate con il Fondo Sociale Europeo.
- Approvare linee guida per garantire che nelle strutture sanitarie pubbliche o accreditate le persone transgender possano essere accolte in modo da tutelare la loro privacy e la riservatezza, ad esempio, garantendo stanze separate e servizi ad hoc.