Possono sottoporsi all’intervento di mastoplastica additiva le persone che soddisfano i seguenti requisiti:
Anche se non è un requisito fondamentale, si raccomanda una terapia ormonale femminilizzante della durata minima di 12 mesi prima dell’intervento chirurgico. Lo scopo è quello di massimizzare la crescita del seno in modo da ottenere migliori risultati (estetici) dalla chirurgia. Questi requisiti sono indicati nelle pubblicazioni scientifiche riportate nella sezione “Bibliografia”.
Quando siano rispettati i criteri necessari per effettuare l’intervento chirurgico (vedi sopra), la persona interessata dovrà:
Non è necessario interrompere la terapia ormonale con estrogeni. Tuttavia l’interruzione del trattamento ormonale potrebbe essere suggerita, in alcuni casi, in quanto questa terapia aumenta il rischio di formazione di trombi associato all’intervento. L’interruzione può variare dalle 2-4 settimane prima dell’intervento alle 2-4 settimane successive. In generale, qualora si stesse assumendo un qualsiasi farmaco su prescrizione, bisogna discuterne con lo specialista. Potrebbe essere necessario interromperne l’assunzione anche diversi giorni prima dell’intervento. La terapia farmacologica potrà essere ripresa a discrezione del medico.
La mastoplastica additiva è un intervento di chirurgia estetica che permette di aumentare il seno mediante l’inserimento di protesi in silicone.
Esistono diverse tecniche per eseguire una mastoplastica additiva che variano per:
La tecnica utilizzata per questo intervento viene scelta sulla base delle caratteristiche della persona (altezza e dimensioni del torace) e delle sue aspettative. L’intervento ha la durata di 60-90 minuti e avviene in anestesia generale.
L’intervento viene eseguito in regime di day hospital o di breve ricovero ospedaliero, a seconda delle caratteristiche della persona e del recupero post operatorio.
Come ogni intervento esiste il rischio di emorragia, di infezioni e di reazioni avverse all’anestesia.
Altri rischi e complicazioni specifici di questo intervento sono: contrattura capsulare (la formazione di una sorta di cicatrice intorno alla protesi che può comprimerla causando deformità, dolori o una consistenza dura del seno), sieroma (accumulo di liquido), spostamento delle protesi, rottura della protesi, perdita di sensibilità, dolore prolungato dopo l’intervento, asimmetria tra le due mammelle, insoddisfazione per il risultato estetico ottenuto.
La correzione di queste complicazioni potrebbe rendere necessari ulteriori interventi chirurgici.
Servizio Sanitario Nazionale (SSN): è possibile effettuare questo intervento a carico del SSN in una struttura pubblica (solo in alcune regioni).
Libera professione: a discrezione del professionista.
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Hembree WC, Cohen-Kettenis PT, Gooren L, et al. Endocrine Treatment of Gender-Dysphoric/Gender-Incongruent Persons: An Endocrine Society Clinical Practice Guideline. J Clin Endocrinol Metab. 2017;102(11):3869-3903. Erratum in: J Clin Endocrinol Metab. 2018; 103(2): 699. J Clin Endocrinol Metab. 2018; 103(7): 2758-2759.