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Transfobia e crimini d'odio

La transfobia, intesa come pregiudizio e sentimenti avversi nei confronti delle persone transgender, è la maggiore causa dei crimini commessi contro le persone transgender.

I crimini mossi da transfobia si caratterizzano per un altissimo livello di brutalità e un’alta percentuale sfocia nell’uccisione di persone transgender. Nonostante ciò, nella maggioranza degli Stati Europei non esiste ancora una legislazione che punisca espressamente i cosiddetti crimini transfobici. Secondo il report del Trans EuroStudy (https://tgeu.org/wp-content/uploads/2009/11/transgender_web.pdf), il 79% delle persone transessuali intervistate ha subito aggressioni verbali o fisiche ed è stata in qualche modo soggetta ad un crimine mosso da odio transfobico. In tale contesto è auspicabile l’introduzione di una normativa che riconosca in modo specifico il movente omotransfobico di un crimine d’odio. Tuttavia, anche in assenza di una apposita normativa che punisca con una pena “aggravata” i reati mossi da un movente transfobico, ogni persona transgender che ha subito una violenza, una minaccia, una aggressione o un reato di qualsiasi genere a causa della propria identità di genere potrà rivolgersi alle Forze dell’Ordine per denunciare l’accaduto.

È bene ricordare che dal 2011 è attivo l'Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (OSCAD)  istituito allo scopo di agevolare i soggetti facenti parte di minoranze nel concreto godimento del diritto all'uguaglianza dinanzi alla legge e alla protezione contro le discriminazioni.
L’OSCAD in particolare:

  • mantiene rapporti  con le associazioni rappresentative degli interessi lesi dalle varie tipologie di discriminazione e con le altre istituzioni, pubbliche e private, che si occupano di contrasto alle discriminazioni;
  • riceve le segnalazioni  di atti discriminatori attinenti alla sfera della sicurezza, da parte di istituzioni, associazioni di categoria e privati cittadini, per monitorare efficacemente i fenomeni di discriminazione determinati da origine etnica o razziale, credo religioso, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità;
  • attiva,  alla luce delle segnalazioni ricevute, interventi mirati sul territorio da parte della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri;
  • segue l'evoluzione delle denunce  di atti discriminatori presentate direttamente alle forze di polizia;
  • propone  idonee misure di prevenzione e contrasto.

In ogni caso, la segnalazione di un atto discriminatorio all’OSCAD non sostituisce la denuncia di reato alle forze di polizia, né costituisce una modalità di attivazione d'emergenza delle medesime in alternativa al 112 o al 113.

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