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Falsi miti e bufale

In questa pagina troverete un elenco dei principali falsi miti e delle "bufale" sulla tematica transgender

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Molte persone transgender non mostrano un disagio per i propri caratteri sessuali (cioè le caratteristiche fisiche che distinguono i maschi dalle femmine) e hanno un rapporto sereno e armonioso con il proprio corpo.

I percorsi di affermazione di genere sono individualizzati. Uno dei principali obiettivi delle consulenze psicologiche è proprio quello di comprendere quale sia il miglior percorso di affermazione di genere sulla base delle caratteristiche e bisogni della singola persona: alcune persone sono felici di vivere socialmente in linea con la propria identità di genere, altre potrebbero richiedere anche interventi medici di affermazione di genere con ormoni e/o interventi chirurgici.

Le persone transgender e di genere non conforme sono sempre esistite. I cambiamenti nel clima culturale, la maggiore accettazione della diversità e la maggiore disponibilità di informazioni a disposizione su questo argomento le hanno semplicemente rese più visibili.

È stato più volte sostenuto che le persone transgender vivono in uno stato di confusione che può essere causato da fattori ambientali (traumi, influenze esterne) e che la medicina dovrebbe “curare” questa confusione riportando la persona ad una coerenza con il proprio sesso biologico. La letteratura scientifica, tuttavia, non ha dimostrato un legame tra condizioni familiari o eventi di vita avversi e la genesi della varianza di genere, che in molti casi inizia a manifestarsi in età assai precoce. Inoltre, le cosiddette terapie riparative che consistono nello spingere la persona transgender ad avere una espressione di genere e un’identità di genere in linea con il proprio sesso biologico non hanno dimostrato alcuna efficacia, anzi, oltre a fallire nel loro scopo, possono provocare nei soggetti gravi effetti negativi come ansia e depressione, a volte aggravati da spinte al suicidio.


Bibliografia

Coleman E, Radix AE, Bouman W et al. Standards of Care for the Health of Transgender and Gender Diverse People, Version 8. Int J Transgend Health. 2022; Sep 6;23(Suppl 1):S1-S259.

Quando interagiamo con una persona transgender, l’utilizzo del pronome e del nome scelto dalla persona è estremamente importante. Anche durante il percorso di affermazione di genere è fondamentale riferirsi al femminile, al maschile o al neutro (o ad una combinazione di questi termini) in base al sentire profondo dell’interlocutrice o dell’interlocutore. Diversi studi dimostrano che l’utilizzo del pronome scelto dalla persona è associato a livelli più bassi di ansia e depressione. Per alcune persone cisgender la scelta di cambiare il pronome (oppure il proprio nome) può sembrare poco utile oppure semplicemente un “capriccio” ma in realtà non è così: gli effetti sull’autostima e sul benessere psicologico sono davvero rilevanti perché comunicano rispetto, un ascolto sincero e promuovono un senso di autenticità nella persona transgender.

Quando si parla di identità di genere ci si riferisce a un’esperienza relativa al genere e non alla sessualità. Troppo spesso, infatti, si tende a focalizzare l’attenzione sulla sessualità delle persone transgender mentre la dimensione legata alla propria identità è l’aspetto più rilevante per il benessere e la piena realizzazione di sé. L’identità di genere di una persona non ci fornisce nessuna indicazione sul suo orientamento sessuale. L’identità di genere è infatti indipendente dall’orientamento sessuale e le persone transgender possono avere qualsiasi tipo di orientamento sessuale.

Sesso e genere non sono la stessa cosa. Il termine sesso si riferisce alle caratteristiche biologiche con le quali una persona nasce, per esempio i cromosomi sessuali (X e Y), le gonadi (testicoli o ovaie), i genitali, gli ormoni sessuali. Una persona può nascere con caratteristiche sessuali maschili, femminili o più raramente sia maschili che femminili (persone intersex). Il termine genere invece si riferisce alle caratteristiche definite socialmente che distinguono il maschile dal femminile, vale a dire norme, ruoli e relazioni tra individui definiti come uomini e donne

Non esistono solo due generi quindi molte persone transgender si identificano con generi alternativi, una combinazione di maschile o femminile o con nessun genere. Per questo motivo, ad esempio, se una persona non si identifica come uomo, non è detto che si identifichi necessariamente come donna.

Alcune persone fanno esperienza della propria identità di genere come qualcosa di fluido che, nel corso del tempo, può andare incontro a cambiamenti e trasformazioni.

La condizione transgender non è una malattia o un disturbo mentale. Infatti, nell'ultima versione della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-11) è inclusa nella sezione relativa alle condizioni correlate alla salute sessuale.

Infotrans è un progetto finanziato nell'ambito del PON Inclusione con il contributo del Fondo Sociale Europeo 2014-2020

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