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Prevenzione e salute transgender

Questa sezione descrive i programmi di screening previsti dal Piano Nazionale della Prevenzione (PnP) 2020-2025 e alcuni suggerimenti riguardo alla prevenzione del tumore della prostata. Per ogni sezione sono state aggiunte indicazioni relative alle persone transgender.

  • Prevenzione e salute
  • Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST)

I programmi di screening sono percorsi di prevenzione e diagnosi precoce gratuiti e attivi tutto l’anno rivolti alla popolazione generale asintomatica (che non ha i sintomi della malattia per la quale lo screening viene effettuato). Lo scopo è quello di rilevare, se presenti, lesioni iniziali che generalmente non danno alcun sintomo, al fine di curarle ed evitarne la possibile evoluzione in tumore. I programmi di screening ad oggi riguardano il tumore al seno, cervice uterina e colon retto. Aderire a tali programmi può risultare più difficoltoso per le persone transgender per motivi diversi (ad esempio per difficoltà di accesso dopo rettifica anagrafica, per discriminazione o stigma).

Come funzionano i programmi di screening?

Le ASL spediscono un invito con un appuntamento prefissato ai propri residenti, per effettuare il test di screening in uno dei centri di riferimento; l’appuntamento può essere modificato telefonando al numero verde indicato nella lettera; il risultato del test viene spedito a casa per posta; solo se fosse necessario ripetere il test o effettuare ulteriori accertamenti in uno dei centri di riferimento della ASL, si viene contattati telefonicamente; se dai successivi esami si riscontrano patologie, il centro di screening garantisce alla persona assistenza e un percorso di cura qualificato.

Lo screening per il tumore al seno consente di individuare tumori troppo piccoli per essere visibili o percepiti al tatto, cioè attraverso la palpazione del seno. La diagnosi e il trattamento precoci offrono la migliore probabilità di sopravvivenza. Per ulteriori informazioni relative al tumore al seno è possibile visitare il sito ISSalute.it alla voce "Tumore al seno".

Per gli uomini transgender che si sono sottoposti a un intervento di mascolinizzazione del torace, lo screening per il tumore al seno è importante perché, nonostante l’intervento, una piccola porzione di ghiandola mammaria può rimanere. Inoltre, lo screening è importante per coloro che, pur non avendo fatto l’intervento di mastectomia, stanno assumendo terapia ormonale mascolinizzante, poiché sono descritti casi di tumore al seno anche in queste persone. Lo screening è raccomandato negli uomini transgender con gli stessi tempi previsti per le donne cisgender in base all’età anagrafica (vedi il paragrafo “A chi si rivolge”). Poiché la rettifica anagrafica o gli effetti mascolinizzanti degli ormoni potrebbero rappresentare una barriera nell’accesso allo screening per il tumore al seno, si consiglia di rivolgersi al proprio medico di medicina generale o endocrinologo di fiducia per pianificare un programma di screening idoneo. Per le donne transgender sono validi i programmi di screening raccomandati per le donne cisgender, in base all’età anagrafica (vedi il paragrafo “A chi si rivolge”).

Come funziona il test di screening

Il test di screening per il tumore al seno è un esame radiologico, la mammografia. Durante la mammografia, ciascuna mammella viene compressa con forza per alcuni secondi tra le piastre di un apparecchio a raggi X. La pressione è necessaria per ottenere immagini di buona qualità e ridurre la dose di radiazioni. L’esame viene eseguito da un medico o un tecnico specificamente addestrato. Alcune persone trovano il test fastidioso e altre doloroso, ma il disagio è di breve durata. Lo screening mammografico prevede di solito due immagini di ciascuna mammella. Alle persone portatrici di protesi vengono fatte ulteriori immagini radiologiche per rendere visibile la maggior quantità possibile di tessuto mammario. Per gli uomini transgender che si sono sottoposti ad un intervento di mascolinizzazione del torace, lo strumento di diagnosi più utile è l’ecografia mammaria. Durante l’ecografia, viene richiesto di sdraiarsi sul dorso e di scoprire il torace. Non è necessario spogliarsi completamente. Se si indossa una fasciatura (ad esempio un binder) verrà chiesto di toglierla. Di solito l’ecografia non è dolorosa, ma può risultare lievemente fastidiosa perché a volte è necessario esercitare un po' di pressione.

A chi si rivolge

Le persone di età compresa tra i 50 e i 69 anni (fascia di età indicativa che può variare da Regione a Regione) registrate come donne presso il Servizio Sanitario Nazionale, riceveranno una lettera a casa in cui viene comunicato un appuntamento presso il centro di screening di zona. Nel caso in cui si desideri spostare l’appuntamento, bisogna contattare telefonicamente il numero indicato nella lettera di invito e fissare una nuova data. In alcune regioni si sta sperimentando l’efficacia in una fascia di età più ampia, quella compresa tra i 45 e i 74 anni (con controlli ogni anno sotto i 50 anni e poi, al di sopra dei 50 anni, ogni due anni).

Le persone registrate come uomini presso il Servizio Sanitario Nazionale, non riceveranno l’invito per lo screening per il tumore al seno. Tuttavia, per gli uomini transgender che si sono sottoposti ad un intervento di mascolinizzazione del torace, lo screening per il tumore al seno è importante perché, nonostante l’intervento, una piccola porzione di ghiandola mammaria rimane. Inoltre, lo screening è importante anche per coloro che, pur non avendo fatto l’intervento, stanno assumendo terapia ormonale mascolinizzante, poiché sono descritti casi di tumore al seno anche in queste persone. Lo screening è raccomandato negli uomini transgender con gli stessi tempi previsti per le donne cisgender in base all’età anagrafica. Si consiglia di rivolgersi al proprio medico di medicina generale o endocrinologo di fiducia per pianificare un programma di screening idoneo.

Lo screening per il tumore della cervice uterina o screening cervicale ha lo scopo di prevenire il tumore della cervice (la parte inferiore e più stretta dell’utero). È importante partecipare allo screening perché individuare un’alterazione prima che questa si trasformi in tumore offre la migliore opportunità di una terapia di successo. Esiste uno stretto legame tra il tumore della cervice e l'infezione da parte di alcuni tipi (ceppi) di papilloma virus umano (HPV); questi ceppi vengono definiti "ad alto rischio". Il virus si trasmette attraverso i rapporti sessuali e la prevenzione, come per tutte le altre infezioni sessualmente trasmesse, è data dall’uso corretto del preservativo. Esiste inoltre una vaccinazione che garantisce la protezione da questa infezione. Tuttavia, anche se si è vaccinati per l’HPV, è importante sottoporsi allo screening cervicale. Per ulteriori informazioni relative all'infezione da HPV è possibile visitare il sito ISSalute.it alla voce "HPV-Virus del papilloma umano".

Come funziona il test di screening

Per eseguire il test, il medico inserisce nella vagina uno strumento, lo speculum, per esaminare la cervice uterina e preleva con uno spazzolino morbido un campione di cellule che viene inviato a un laboratorio specializzato per individuare eventuali cellule sospette. Gli uomini transgender in trattamento ormonale con testosterone per un lungo periodo potrebbero trovare lo screening sgradevole o doloroso. È importante parlare con il medico o l’infermiere della possibilità di utilizzare uno speculum di diverse dimensioni con un’ulteriore lubrificazione.

A chi si rivolge

Le persone di età compresa tra i 25 e i 64 anni (fascia di età indicativa che può variare da Regione a Regione) registrate come donne presso il Servizio Sanitario Nazionale, riceveranno una lettera a casa in cui viene comunicato un appuntamento presso il centro di screening di zona. Nel caso in cui si desideri spostare l’appuntamento, è possibile contattare telefonicamente il numero indicato nella lettera di invito e fissare una nuova data.
Le persone che hanno effettuato un intervento di vaginoplastica con lembo peno-scrotale o colonvaginoplastica non hanno la cervice uterina, pertanto non devono effettuare questo screening.
Le persone registrate come donne presso il Servizio Sanitario Nazionale verranno comunque invitate di routine allo screening cervicale; se non si desidera ricevere l’invito bisogna rivolgersi al proprio medico di medicina generale che potrà cancellare il nominativo dalla lista delle persone invitate a questo screening.
Le persone registrate come uomini presso il Servizio Sanitario Nazionale non riceveranno l’invito per lo screening. Per le persone con sesso assegnato alla nascita femminile che non si sono sottoposte ad intervento di istero-annessiectomia bilaterale è tuttavia consigliabile prendere in considerazione l’esecuzione del test, soprattutto se i risultati dello screening cervicale non rientravano precedentemente nella norma. Se questo è il caso, bisogna rivolgersi al proprio medico di medicina generale per potersi sottoporre al test.

È importante sentirsi trattati sempre nel rispetto della propria dignità. Se lo screening cervicale ti preoccupa, parlane con il tuo medico di medicina generale o con altro medico di riferimento.

Riduzione del rischio

Raccomandiamo di prendere in considerazione la possibilità di sottoporsi allo screening cervicale ogniqualvolta si riceverà l’invito anche se i risultati dei test precedenti erano normali. Anche le persone vaccinate per l’HPV devono sottoporsi allo screening cervicale quando ricevono l’invito. Se si hanno sintomi come secrezione vaginale o sanguinamento anormali oppure dolore durante o dopo un rapporto sessuale, si consiglia di parlarne con il proprio medico di medicina generale o altro medico di riferimento anche se il risultato dello screening cervicale è nella norma.

Lo screening del tumore del colon-retto riduce il rischio di morte per questa patologia. Una diagnosi precoce ti offre la maggiore probabilità di sopravvivenza. Per ulteriori informazioni relative al tumore del colon-retto è possibile visitare il sito ISSalute.it alla voce "tumori del colon-retto".

Come funziona il test di screening

Il test di screening consiste nella raccolta di un campione di feci che verrà analizzato per verificare la presenza o meno di sangue non visibile ad occhio nudo (sangue occulto). Tale esame è l’indagine più efficace per individuare precocemente lesioni che potrebbero evolvere in tumore. La raccolta del campione può essere eseguita direttamente a casa utilizzando un’apposita provetta che potrà essere ritirata nei Centri elencati nella lettera di invito. Dopo aver prelevato il campione di feci la provetta dovrà essere messa in frigorifero fino al momento della riconsegna. Se sono necessari ulteriori approfondimenti diagnostici (se il risultato del test è positivo o dubbio), la persona viene contattata telefonicamente e le viene proposto un appuntamento per effettuare una visita e successivamente una colonscopia. Per ulteriori informazioni relative all'esame per la ricerca di sangue occulto nelle feci o alla colonscopia è possibile visitare il sito ISSalute.it alle voci "Sangue occulto" o "Colonscopia".

A chi si rivolge

Lo screening per la diagnosi precoce del tumore del colon-retto si rivolge a tutte le persone di età compresa tra i 50 e i 74 anni (fascia di età indicativa che può variare da Regione a Regione) registrate presso il Servizio Sanitario Nazionale. 

Riduzione del rischio

Per ridurre il rischio di cancro del colon-retto si consiglia di:

  • prendere parte allo screening, anche se i risultati precedenti rientravano nella norma
  • seguire una dieta con elevato contenuto di fibre, ricca di frutta e verdura
  • praticare attività fisica regolare
  • smettere di fumare
  • consultare il proprio medico di medicina generale in presenza di tracce di sangue nelle feci, cambiamenti nelle abitudini intestinali per alcune settimane o un’inspiegabile perdita di peso.

Il rischio di sviluppare un tumore del colon-retto aumenta nei parenti di primo grado (figli) di una persona affetta da tumore o da polipi dell’intestino. In caso di dubbi circa la propria probabilità di rischio, è importante parlarne con il proprio medico di medicina generale.

Il tumore della prostata, di solito, cresce lentamente e rimane asintomatico (nelle sue fasi iniziali di sviluppo) per molti anni; inoltre, i disturbi (sintomi) che determina non sono specifici del cancro, ma sono gli stessi di un’altra patologia chiamata “iperplasia prostatica benigna”, la forma più comune di ingrossamento della prostata. Per ulteriori informazioni relative al tumore della prostata è possibile visitare il sito ISSalute.it alla voce "tumore della prostata".

Le persone a rischio di sviluppare un tumore della prostata sono quelle con sesso assegnato alla nascita maschile sopra i 50 anni di età o sopra i 45 anni di età con una storia familiare di tumore della prostata.
Le persone che hanno effettuato un intervento di vaginoplastica con lembo peno-scrotale o colonvaginoplastica mantengono la prostata, pertanto possono soffrire di malattie a carico della prostata (per esempio il tumore della prostata). Si consiglia quindi di rivolgersi al proprio medico di medicina generale o specialista referente per programmare, sulla base delle caratteristiche individuali (età, fattori di rischio), un eventuale analisi per la diagnosi precoce mediante esplorazione digitale della prostata e dosaggio del PSA (Antigene Prostatico Specifico). L’esplorazione digitale della prostata consiste nell’introduzione di un dito, dopo che il medico ha indossato un guanto lubrificato, nell’ano o nella neovagina della persona che si sta sottoponendo all’esame e serve a constatare il volume e la consistenza della prostata, nonché l'eventuale presenza di noduli prostatici sospetti. Per ulteriori informazioni relative al dosaggio del PSA è possibile visitare il sito ISSalute.it alla voce "PSA - Antigene Prostatico Specifico".

Infotrans è un progetto finanziato nell'ambito del PON Inclusione con il contributo del Fondo Sociale Europeo 2014-2020

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Email: info@infotrans.it
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